Prime Esperienze
Il maglione bianco (cap. 3)
di pierpatty6151
14.11.2017 |
8.314 |
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"Dopo un appassionato bacio le sfila la gonna, appaiono in tutto il loro splendore due sode e armoniose chiapette, che custodiscono il filo del mini tanga nero..."
Continua da "Il maglione bianco (cap. 2)Lucia, per prima ritorna alla realtà. Ci lascia stravaccati sul divano, con i pantaloni a mezza gamba, con i piselloni ammosciati in bella vista.
La radio continua a suonare in sottofondo. I ciocchi continuano ad ardere nel caminetto. L'autunno continua a far buio presto. Tutto come sempre, ma tra noi tre nulla potrà più essere come prima. Abbiamo saltato il fosso. Che combineremo? Non ho progetti, e continuo a lasciarmi coccolare dal ricordo delle sapienti labbra di Lucia.
-"Hei...bei addormentati nel bosco, è ora di rivestirsi."
Lucia rivestita, pettinata e profumata ci riporta nella realtà. Mi alzo, tiro su le braghe e chiedo, dove è il bagno.
Il profumo del caffè mi richiama in cucina. Antonio e Lucia abbracciati si baciano, rinnovandosi la promessa d'amore.
Sono di troppo, saluto, ringrazio per il pranzo e me ne vado, nella fredda sera autunnale che mi abbraccia accompagnandomi a casa mia.
==%==
Nei giorni successivi né ho visto, né ho cercato i miei amici. Lei lavora in cooperativa, lui è turnista a Riva. Mentre io, da ex cittadino, ero indaffaratissimo a imparare la lenta e rustica vita di montagna. Senza le "comodità" cittadine.
Tuttavia non riuscivo ancora a rinunciare alla collazione al bar, con sguardo sai quotidiani.
Anche quella mattina facevo colazione al bar, con calda focaccia affogata nel cappuccino, vedo entrare Lucia.
E' in abiti da lavoro, con una larga salopette di jeans, maglione a collo alto, e berretto di lana calcato sui lunghi capelli, e scarponi. Ciò nonostante tutto, la sua sessualità è intatta.
Avvicinandosi mi saluta con voce squillante:
-"Solo?... posso tenerti compagnia?".
Non aspetta risposta, e si siede davanti a me. Seguita da Lea, la barista, che appoggia sul tavolino un fumante cappuccino e briosa. Ci guarda, sorride maliziosamente e se ne torna al bancone. E noi non ci facciamo caso, intanto le chiacchiere paesane ci saranno sempre.
Solite domande: come ti va?... che fai di bello?...che dici pioverà? Parliamo del tempo, del freddo, della previsione di neve.
Non facciamo alcun riferimento alla nostra Domenica birichina. Anche se sappiamo che i nostri pensieri sono lì.
La desidero, ha quel qualcosa di unico, di speciale, d'indefinibile che mi fa impazzire di voglia come donna.
Ma caspiterina, è sposata, ha una bella famiglia, non dovrebbe avere problemi né economici, né di rapporti con suo marito. Chi sono io per infilarmi tra loro? Domenica è stata solo un momento trasgressivo di coppia, e nulla di più. Forse mi sto facendo delle "seghe mentali", sulla sua frase: "... non ti lascerò più andare... ", che mi rimbomba in testa da settimane, senza alcuna risposta o motivazione. Si va beh mi ha fatto un magnifico pompino, ma era presente suo marito, che godeva vedendola con il mio cazzo in bocca.
Mentre io svolazzo nei miei pensieri, lei continua a parlare di suo figlio, del pesante lavoro, della voglia di cambiare, senza lamentarsi ma solo vedendo le reali situazioni della piccola comunità in cui vive.
Approfittando di una sua pausa, e quasi senza accorgermene "sparo" a voce tremante la fatidica domandina.:
-"Scusa se mi permetto... da quando ci siamo rivisti, mi rimbomba in testa la tua affermazione... "sei tornato al paesello e stavolta non ti lascio andare via"... non riesco a ricordare che ho combinato, e neanche a che ti riferisci... ti prego spiegami che ti ho fatto... o che combinai prima di andarmene".
Per lei, la domanda sembra una frustrata, seria e in silenzio si dedica al poco cappuccino, lo guarda lo rigira ricercandovi le parole giuste. Finalmente si alza e con voce ferma mi dice:
-"Il problema è che non hai fatto nulla... dai andiamo fuori a fumarci una sigaretta."
La Lea, incuriosita, ci saluta e ci osserva mentre usciamo dal bar.
Appena fuori le porgo una Marlboro, le accendiamo in silenzio. La tensione sua e l'attesa mia si fanno sentire. In una nuvola di fumo inizia a parlare:
-"Tranquillo ti spiego tutto... ma ti prego non interrompermi... mi è difficile parlare di quello che nessuno sa."
-"Dimmi tranquillamente, ti giuro che sarà una tomba."
Affiancati, lentamente ci avviamo alle macchine. Io aspetto in silenzio.
Lei aspira nervosamente il fumo e senza guardarmi inizia a confessare:
-"Quando sei partito per Milano, io ero una bruttina ragazza pelle e ossa. Vestita solo con indumenti dismessi dai miei fratelli più grandi... ti vedevo passeggiare con mie amiche più grandi e già attraenti... ero gelosa di loro. In buona sostanza mi presi una sonora scuffia per te... e tu m'ignorarvi... pensa che quando seppi che eri partito per sempre piansi a dirotto... e mentii a mia madre dicendole che era colpa di una tipa che mi prendeva in giro per i miei pantaloni sempre troppo lisi e grandi... ".
I suoi occhi si rattristano, ma un sospirone la dà la forza di continuare.
-"Col passare degli anni, fortunatamente il mio corpo si trasformò nell'attraente donna che sono oggi... ma non riuscii a dimenticarti... eri sempre nei miei pensieri, e sognavo di essere tua... ma tu eri a far guai in giro per il mondo... e chissà quanti cuori femminili hai consolato a letto... ".
Ormai era un fiume in piena, lasciandomi sbalordito e senza parole.
-"Qualche volta accarezzandomi la patatina, sognavo di essere sverginata da te... e invece tocco a quel brav'uomo di Antonio, la prima notte di nozze... poverino gliela ho fatta sospirare per tre anni... ma finalmente ho assaporato il tuo bel cazzo... e sono felice d'aver realizzato un pezzettino del mio sogno... è una piccola rivincita sulla mia vita... tranquillo io non mi sento né sporca, né traditrice... ora hai capito la mia frase".
Lei apre la portiera e aspetta mie reazioni. La vorrei baciare, abbracciare, ma non è conveniente.
Respiro a fatica, capendo che mi ha svelato il suo intimo segreto di donna. Ed esordisco con:
-"Scusa ma Antonio?.. è stato lui a provocare il tutto. Non ha importanza, ma ho l'impressione che eravate d'accordo".
-"Sì... ne avevamo parlato, ed io ho provocato la sua proposta di far sesso con te... d'altronde è successo anche con altri uomini e alcune coppie".
-"Belin... siete scambisti?"
-"Dopo il matrimonio scoprii la sua "sessodipendenza", come la chiamo io. Si era iscritto in alcuni siti erotici di scambio... non giudicarmi male... all'inizio rimasi sconvolta, ma ero pur sempre sua moglie, non potevo né volevo fare uno scandalo lasciandolo, e a malincuore cedetti. Prima con l'iscrizione in coppia, poi accettando incontri erotici... ricordo il primo uomo che incontrammo. Se pur carino e educato non riuscii a combinare nulla... mi feci spogliare, mi toccarono, mi accarezzarono, ammirando il mio corpo, ma io rimasi ferma, come una statua di ghiaccio, e non combinai nulla ero solo a loro disposizione... entrambi erano a cazzi duri, ma fortunatamente non andarono oltre, si accontentarono di giocherellare tra loro".
Ero sbalordito, iniziavo a odiare quel porco di Antonio, e lei continua a ricordare, e a parlare sottovoce.
-"Mi sentivo troppo sporca... e per alcuni mesi lui chattava, ed io mal sopportavo il sesso anche con lui. Finché arrivo un uomo, e ancora un altro... vuoi per accontentarlo, vuoi per il quieto vivere li incontravo... imparando a fingere, rendendo felice quell'illuso di Antonio. Finalmente invitò una simpatica coppia, e vidi per la prima volta Antonio scopare un'altra donna... la situazione mi sollevò il morale. Eccitata, mi dedicai allo sconosciuto, pensando che fossi tu. E fantasticandoti ho scopato con altri, sempre immaginando di far sesso con te. E finalmente Domenica, mi sono assaporata il tuo cazzo... godendo senza toccarmi, e senza essere penetrata... magnifico momento".
Non so che dire, non perché è scambista, ma per la sincera semplicità con cui ne parla.
Lei mi guarda negli occhi e seri seria dice:
-"Domenica ho fatto un pompino al tuo magnifico cazzo, che desideravo da tanto. Ma adesso lo desidero nella figa, lo voglio sentire tutto dentro, andare avanti e indietro fino a sborrarmi tutto dentro. E lo voglio anche nel culo".
Cazzerola una dichiarazione cosi esplicita non me l'aveva mai fatta nessuna. Il mio impertinente cazzo è svettato.
La barista, fumando fuori dal bar, ci osserva incuriosita. Cerco di darmi un contegno, ma mi sento la faccia infuocata dalla voglia di saltargli addosso, di spogliarle la figa, di baciargliela, di urlare di goduria, di scoparla lì sulla macchina, di sentirla urlare dal godimento, di rendere veri i suoi sogni.
Capendo il mio turbamento, che forse assomiglia al suo, con voce ferma e decisa:
-"Ti voglio scopare, ma non da sola. Dammi la possibilità di scoparti in compagnia di Antonio, in fondo è un ottimo marito e non merita di essere cornificato... Adesso devo andare... ci si vede uomo e amor mio".
Senza aspettare saluti. Mette in moto e va via.
So di avere un evidente "bozzo" e senza rivelare alla barista quello che probabilmente ha già intuito. Con indifferenza salgo in macchina, cerco di sistemarlo nei stretti pantaloni, e me ne vado.
== & ==
Rispetto la sua volontà, non la cerco. Sono convinto che chiameranno loro se e quando avranno deciso.
E' Venerdì sera. Il telefonino squilla e appare la foto di Antonio.
-"Cia Antonio, dimmi".
-"Ciao ex cittadino... per domani sera abbiamo organizzato una serata tra amici... niente di speciale... pizzata e quattro salti in balera. Ci saranno Luigi, Carlo e consorti... Sei dei nostri?".
-"Mi farebbe piacere rivedere gli amici. Ma, siete tutti accoppiati, ed io sarei fuori luogo".
-"Non rompere!... è una serata tra amici... e poi uno come te la donna la rimorchia in balera... vieni e non rompere".
Quel "niente di speciale" mi convince.
-"ok... mi hai convinto... dove e a che ora ci vediamo?".
-"Ci vediamo tutti in pizzeria, verso le 20,30... belli, eleganti e puntuali... ciao a domani sera".
Ripenso a quel "niente di speciale" che mi ha convinto, verità o messaggio criptato, lo capirò domani sera.
Dedico il Sabato a lavare la macchina, a una capatina dal barbiere, a un lungo bagno rilassante, e meticolosa scelta dell'abito. Il tutto dedicato a Lucia, desidero essere attraente. Voglio ballare con Lei languidi lenti anni 80, desidero accarezzarla, stringerla e assaporare il suo calore.
Emozionato, e in anticipo di alcuni minuti, arrivo davanti alla pizzeria. Entro e il cameriere m'indica il tavolo prenotato. Seduto aspetto l'arrivo degli amici.
I primi sono Claudia e Luigi, lei è una signora curvy, con seno abbondante, che stenta a rimanere coperto dal nero abito da sera. Lui è piccolino con baffetti, e sinceramente non mi ha mai ispirato fiducia.
Ecco Maria e Carlo, i più grandi. Lei è magra, e il suo punto di "forza" è il rotondo culo, messo in bella mostra dai lucidi pantaloni, a zampa d'elefante e strettissimo sulle chiapette. Carlo è il pacioccone, con barba e capelli bianchi. Sembra un marinaio, ma non ha mai abbandonato le sue amate montagne.
Lucia e Antonio, già li conosciamo. Lei è bellissima nel suo leggero abito color panna, con spacco d'ordinanza, che lascia intravedere la muscolosa gamba avvolta in lucida calza nera. Antonio, solito serioso, in abito nero e camicia bianca senza cravatta.
Saluti, baci e abbracci. Tutti seduti ma rimangono due seggiole vuote. Mi spiegano che si sono aggregati Marco e Gloria, ritardatari compulsivi, che non conosco.
Eccoli! Si avvicinano continuando a scambiarsi la responsabilità del ritardo. Facendo esplodere l'ilarità di tutti.
Gloria è una donna di mezza età, piccolina con tacchi almeno dodici, è fasciata in un corpetto rosso, con procace scollatura che ben evidenzia i piccoli seni. Gonna lunga nera, con vertiginoso spacco che lascia intravedere tornite gambe valorizzate dalle raffinate calze a piccola rete. Marco invece è sportivo, con jeans e giacca blu. Bella copia.
Bella brigata di amici. Non so chi guardare, tutte attraenti, eleganti, provocanti, sensuali.
E questa dovrebbe essere la "serata senza pretese"? Mah
Per tutti arriva birra, che tra un brindisi e l'altro spariscono velocemente. Altre birre arrivano con le pizze. Le allegre chiacchiere si sprecano. Siamo l'attrazione del locale.
Io sono, seduto stretto, tra Glori e Maria. E vuoi per il poco spazio, o per casualità, le mie gambe sono bloccate dalle loro. Lo spacco di Gloria fa sentire il calore della sua nuda gamba. Lei lo sa e non si ritrae, anzi giocherella con il mio polpaccio. Mentre Maria è ferma, appiccicata a me.
Sarò prevenuto, ma questa situazione la vedo birichina, e mi piace.
Rimango interdetto, quando la mano di Maria si appoggia sul mio polpaccio. Inizia un lento massaggio. Io continuo a mangiare e cerco di fare l'indifferente, senza guardarla. La mano massaggiando sale verso il pacco e lì si ferma, aspettando le reazioni del mio "Lui".
Lucia, dall'altra parte del tavolo, chiacchiera con il suo dirimpettaio, senza perdere di vista Gloria, che le sorride complice.
Cazzerola, la seratina senza pretese ha preso una bella piega. Mi ritrovo in mezzo a due tipe, che te le raccomodo. Tuttavia, facendo ricorso a tutta la mia faccia tosta, continuo a mangiare, bere e a dar retta ai leggeri discorsi di Luigi, mio dirimpettaio. Accettando le maliziose carezze al mio pisello che s'è indurito e spinge per uscire.
Anche Gloria intrufola la sua manina sotto il tavolo, stringendomi il polpaccio.
Caspita sono il loro obiettivo? Ho timore che i mariti se ne accorgano, e facciano casino.
Ma, loro sono serenamente impegnati i discorsi calcistici.
O sono tutti come Antonio, o sono dei cretini nati e cresciuti imbecilli.
Comunque sia. Tra un ammiccamento, un sorriso, una battuta spiritosa, una furtiva carezza, la cena finisce.
Nel freddo del piazzale decidiamo di utilizzare solo due macchine, così per ritornare serviranno solo due autisti sobri.
Mi sistemano nel sedile posteriore della macchina di Carlo, che guida. Antonio si sistema comodamente davanti. Ed io rimango stretto tra Maria e Luisa. Gli altri sorridendo ironicamente, occupano l'altra macchina.
Finalmente si parte. Le gambe s'incollano. Il buio nasconde le mani, che non stanno ferme.
Maria intrufola la mano sotto il mio soprabito, posto sulle mie gambe, cerca il mio pacco. E Lucia la imita. Mentre imbarazzatissimo cerco di nascondere le loro manovre con il soprabito, Antonio e Carlo parlano della vendemmia.
Cazzerola a queste due non basta avermelo fatto indurire. Stanno smanettando la cerniera,cercando di aprirla.
-"Togli quel soprabito e lasciale fare."
E' Carlo a chiedermelo. Ok se proprio lo vogliono io non aspettava altro. Getto il soprabito dietro, e sposto in avanti il bacino agevolando l'apertura della cerniera.
Le due mani velocemente riescono ad aprire la cerniera e facilmente trovano il "Basanotto". Lo accarezzano, lo stringono soppesando la consistenza. Mentre "Lui" ringrazia le manine diventando duro come il marmo.
Lucia rivolgendosi a Maria: -"Prego dopo di te."
Maria non se lo fa ripetere e piegandosi raggiunge la mia cappella, la lecca, la bacia, e se la risucchia tutta in bocca. Non contenta fa entrare tutto il cazzo nella calda bocca.
La strana situazione e la bravura della donna me lo fanno diventare sensibilissimo. e quasi una sofferenza subire questo magistrale pompino.
Lucia guarda accarezzando la testa di Maria.
Antonio, accende la luce dell'abitacolo, e guarda sospirando. Carlo, guidando, segue quel che può sullo specchietto interno.
Io sto sballando dal godimento.
Squilla un telefonino, risponde Antonio, e capisco solo, un "non succede nulla di grave...stanno facendo un pompino all'ex cittadino...".
Maria cede il mio cazzo a Lucia. La quale ci si avventa felice. Tremo tutto sentendo la seconda bocca risucchiarlo, leccarlo, mordicchiarlo. Sto per venire. Lei se ne accorge e lo riconsegna alla vogliosa bocca di Maria. Che lo riprende in bocca, e solletica la cappella con la lingua.
Bastano pochi minuti di questa goduriosa tortura e vengo nella sua bocca. Lei non lascia cadere una goccia. Risucchia tutto. Lasciando a Lucia il privilegio di ripulirlo con la lingua.
Sono sconvolto dal godurioso pompino che difficilmente scorderò. Non riesco né a parlare, né a ricompormi, mi rilasso appoggiato a Lucia, che dolcemente mi accarezza. Mentre Maria amorevolmente coccola il mio Basanotto.
In quarto d'ora di curve e relax, ci ritroviamo alla balera. Ricomposto, ma con la faccia ancora stravolta entro nel caldo locale. Nulla è cambiato da quando settimanalmente lo frequentavo.
Ci raggiungono gli altri, mi guardano, sorridono, e sfottono bonariamente il mio stato.
Sono una brigata e briganti del sesso, eppure tutti rispettati e considerati ottime persone nel paese. E questo mi piace.
Entriamo e tra un saluto e l'altro agli avventori, troviamo i divanetti a noi riservati. Ci accomodiamo a caso, le copie si separano, io mi metto a caso. Ho ancora le gambe molli, ci vuole un buon Jack daniel's senza ghiaccio.
Il complessino, suona musica anni 80, a giusto volume, consentendoci di sentirci senza urlare. Le coppie abbandonano i divanetti, lanciandosi in pista. Rimango solo a osservare le esibizioni dei ballerini. La sala è piena di giovani e meno giovani, e sembra che tutti si divertono.
Cerco di vederla. Eccola abbracciata al suo Antonio. Balla sinuosa, sensuale, il suo corpo è valorizzato dal leggero vestito, le sue belle e birichine gambe attraversano lo spacco, offrendosi ai vogliosi sguardi dei maschietti. Lucia rimane sempre la mia preferita, sia come amante sia come donna, anche se non conosco bene le altre.
Il complessino va in pausa, e tutti tornano. Alcuni sudati, altri con evidenti bozzi la dove non batte il sole. É tutto nella norma, l'erotismo dei balli è evidente, e tutti lo vivono volentieri.
Pochi minuti e la musica riprende. Alcuni si fermano al tavolo a sorseggiare cocktail.
Gloria vuol ballare, e Marco mi prega di sostituirlo. Non perdo l'occasione, mi alzo e con un inchino la invito a ballare. Mano nella mano, raggiungiamo la pista. Abbraccio il suo morbido corpo, e inizio a ballare, lasciando tra noi una reverente distanza.
Il complessino suona una serie di languidi lenti. E lei mi tira a se, appiccicando i corpi, e inizia a ballare sinuosamente. Il suo profumo e il suo calore m'inebriano. Mescolati alla folla, inizia a strusciare i suoi seni sul mio petto, sento i turgidi capezzoli piantarsi su di me. Il suo monte di venere cerca il mio "Lui". Lo percepisce e si diverte a stuzzicarlo. "Lui" si agita e s'indurisce. Cazzerola se continua, vengo nei pantaloni. Questa favolosa femmina ha deciso di farmi impazzire, divertendosi a offrirsi e farsi desiderare. Mi ritrovo con un inopportuno bozzo, e la musica finisce.
Al tavolino ci accolgono i sorrisini complici degli amici. Mi sento bagnato, svicolo in bagno. E così sono bagnato come una donna. Un paio di fazzolettini di carta rimediano la situazione.
Durante la serata, ballo più volte con tutte. E tutte mi riportano a cazzo duro.
Cazzerola, mi vogliono far impazzire? Tutte vogliono scoparmi? Per me, si sono messe d'accordo per fare impazzire il mio cazzo, che continua ad annusare le loro fighe senza vederne alcuna.
E' notte fonda, il complessino suona gli ultimi pezzi. Siamo stanchi ma soddisfatti della divertente serata.
Riprendiamo la via del ritorno. A metà strada arriva a Lucia una chiamata. Lei risponde, e senza chiedere a noi, conferma che andremo tutti in casa di Gloria per il bicchierino della staffa.
In una mezzoretta arriviamo assonnati a una villa. E ci ritroviamo in un salone, ben arredato. Il padrone di casa, Marco, ravviva le braci nel camino, con nuovi ciocchi.
Le donne si danno da fare con bottiglie di liquori e caldo caffè. Offrendo a tutti ciò che vogliono. E noi maschietti commentiamo la serata.
Nessuno accenna alle mie arrapature. Meglio mi sentirei più a disagio di quello che sono. D'altronde son ancora singolo, e loro non mi hanno concesso né la possibilità né il tempo di rimorchiare una qualche donna.
La padrona di casa accende l'impianto d'amplificazione, inondando il salone di languida musica.
Cazzeruola, per me, si mette male. E' urgente svicolare, lasciando campo libero per i loro giochi sessuali. Finisco velocemente il mio whisky. Mi alzo, ringrazio per la compagnia e per l'amicizia dimostratami, e annuncio che, essendo stanco, vorrei andare a dormire.
Si levano le proteste, guidate da Lucia. Non vogliono lasciarmi andare. Timidamente spiego che sono fuori posto.
Marco, seduto sul bracciolo di una poltrona e non smettendo di accarezzare il seno della sua donna, interviene serio:
-"Penso di parlare in nome di tutti. Stasera le nostre donne si sono divertite ad arraparti ballando sessualmente con te. Avevamo concordato di metterti in mezzo, divertendoci con le tue reazioni. E tu ti sei rivelato la vera e rispettosa persona, come ci avevano detto Antonio e Luisa. Per cui desideriamo coinvolgerti nei nostri giochini erotici".
Sorpreso dalla diretta rivelazione, mi guardo in giro, vedendo tutti i visi sorridenti e concordi.
Interviene anche Lucia:
-"E' da qualche tempo che cercavamo il singolo giusto, da inserire nel nostro gruppo. E abbiamo scelto te. Comunque l'ultima parola è tua. Sei libero di andartene, ti chiediamo solo la massima riservatezza".
Per alcuni secondi si ode solo languida musica. Sorpreso ed emozionato, rispondo:
-"In vita mia nessuno mi ha fatto una simile proposta. Non se sarò all'altezza delle vostre attese, ma accetto senza riserve".
La mia decisione fa stappare una bottiglia di champagne, e tutti brindiamo.
Tutte le donne mi circondano sommergendomi di baci. Lucia velocemente s'impossessa delle mie labbra, che aprendosi accettano la conosciuta lingua. Le nostre lingue si cercano, e si aggrovigliano in un lungo sensuale bacio.
Le altre si dedicano a sfilarmi la giacca, sbottonarmi la camicia, che finisce ammucchiata sul tappeto. Qualcuna si dedica alla mia cerniera, che aperta lascia libero il pantalone di cadere.
Il bozzo dei boxer, svetta orgoglioso, e subisce le carezze di tutte.
In sincronismo tutte si fermano, lasciando spazio a Lucia, che inginocchiandosi afferra il bordo superiore dei boxer, e con studiata lentezza li abbassa svelando il mio cazzo indurito.
Gli uomini osservano le loro donne, toccandosi gli abbondanti pacchi.
Vorrei accarezzare, abbracciare, baciare ma sono bloccato da Maria che mi sussurra:
-"Stanotte sei nostro, e potrai solo subirci".
Cazzerola, quanto sono libere e arrapate ste donne.
La musica languida arrovente la già erotica atmosfera.
Gloria chiede a Marco di spogliarla. E lui, orgoglioso della sua donna, sbottona i numerosi bottoncini del corpetto, lasciando liberi i piccoli seni.
Dopo un appassionato bacio le sfila la gonna, appaiono in tutto il loro splendore due sode e armoniose chiapette, che custodiscono il filo del mini tanga nero.
Le altre signore la imitano, in pochi minuti c'è un susseguirsi di languidi spogliarelli. Anche gli uomini sono spogliati o si spogliano.
Ci ritroviamo tutti indaffarati con baci, carezze. Si vedono cazzi sparire in sapienti bocche. Fighe depilate aperte sui braccioli delle poltrone, che accettano lingue femminili e maschili. Alcuni culi sono già riempiti da furiosi cazzi.
Nessuno è "disoccupato".
Cerco e vedo Lucia con le gambe appoggiate sui braccioli di una poltrona, sovrastata da Maria che ha la testa sommersa nella sua figa. Le osservo leccarsi, baciarsi, gemere. Non resisto deve essere mia.
Con delicatezza, scosto Maria, che capisce e mi lascia il campo libero.
Che magnifica visione la figa depilatissima, aperta, luccicante di Lucia. Che mi sorride contenta, mi viole anche Lei.
Sorreggendomi ai braccioli, per non pesare su di lei, appoggio la cappella in mezzo alle sue "grandi labbra" e con lentezza esasperante giocherello accarezzando dal fiorellino posteriore al bagnato buchino della sua ostrica. Risalgo in cerca del bottoncino e la mia cappella lo trova turgido e sensibile. Lei geme quando lo "mastrucco" col cazzo.
E finalmente con infinita lentezza entro nel suo desideroso "antro".
Lei sospira e ansima, felice di vivere il suo sogno. Mi pianta le unghie nella schiena e mi stringe i due corpi. Lo vuole tutto dentro.
Inizio a scoparla aumentando la velocemente, i colpi sono sempre più forti, più profondi. Lei sospira forte nel suo piacere, ed emette un urlo di godimento. Tutti si girano. Io continuo a entrare e uscire. Lei continua a vibrare, io non mi fermo, la scopo con tutte le mie voglie. Con un altro urlo gode. Rimango immobile dentro di lei, godendomi le contrazioni della sua figa. Sto per venire, lei se ne accorge, mi blocca non posso uscire, mi sussurra "riempimi tutta". Ed io vengo nel profondo, del suo vibrante caldo corpo.
I nostri sudati corpi si abbracciano, si rilassano nel piacevole immobilismo. Sento le sue contrazioni che continuano a bloccarmi dentro di lei.
Lentamente la sala si svuota dai lamenti, dai sospiri, dai godimenti.
E l'alba è già arrivata.
Un qualcuno propone: tutti a far colazione, focaccia, bomboloni e caffè per tutti da Lea.
Riprendendo vigore, racattiamo biancheria, e vestiti sparsi sul pavimento, rivestendoci.
E come ragazzini, usciamo correndo nella fredda alba.
Lea ha già aperto, e come tantissime altre albe, si aspetta di vedere questa banda di amiconi, che da oggi ha un campagnolo in più.
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Ringrazio anticipatamente per qualsiasi annotazione, critica, suggerimento, che saranno tutti ben accettati.
Ciao Pier
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